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Mangiare meglio per stare bene.

Circa un terzo della popolazione mondiale è sovrappeso. Entro il 2030 le persone in sovrappeso a livello globale saranno il 40%. 

Di questi circa il 20% è obeso.

Circa il 90% delle persone al mondo soffrono o hanno sofferto di problematiche muscolo-scheletriche (lombalgia, cervicalgia ecc…).

Questi dati ci indicano chiaramente che sovrappeso e dolori muscolo-scheletrici sono dunque molto diffusi a livello globale

Fonte: La Stampa

Esiste una correlazione tra i due fenomeni?

Negli anni sono stati condotti numerosi studi scientifici per rispondere a questo quesito e la risposta generale è abbastanza univoca: lo stile di vita, alimentazione inclusa, influenza in modo diretto l’insorgere e il cronicizzarsi di patologie muscolo-scheletriche.

In che modo la dieta può influenzare ad esempio il mio mal di schiena?

Spesso i pazienti sovrappeso o obesi tendono a considerare il proprio peso solo con un numero “sfavorevole” letto sul display della bilancia. 

Ne considerano solo il dato puramente meccanico: maggiore è il mio peso, maggiore è il carico sulle mie ossa e articolazioni.

Il nostro corpo però non è un sistema meccanico. Non è per intenderci un pilastro su cui vi è in appoggio una soletta di cemento armato.

Il nostro corpo è un sistema biologico complesso, per cui 2+2 non fa sempre 4. Le reazioni che si sviluppano all’interno del nostro corpo non sono lineari.

Pertanto il nostro peso va contestualizzato all’interno di questo complesso meccanismo di reazioni biochimiche.

Essere sovrappeso è indice di un aumento sostanziale del tessuto adiposo (grasso). 

Il corpo accumula trigliceridi all’interno di cellule preposte (adipociti) in risposta ad un eccesso di energia introdotta con l’alimentazione. Pertanto se introduco molta energia (kilo caloria) sotto forma di cibo e non ne consumo a sufficienza (attività sportiva, lavorativa ecc…) il mio corpo proverà a stoccare il surplus energetico nei tessuti deputati: inizialmente nei muscoli e nel fegato e, successivamente, nel tessuto adiposo.

Le nostre attuali conoscenze in campo scientifico ci spingono ad affermare che il tessuto adiposo dovrebbe essere definito come “organo adiposo” a causa della sua incredibile capacità di produrre specifiche sostanze, meglio conosciute come adipochine. 

Si conoscono circa 35 sostanze secrete direttamente dagli adipociti. Tali sostanze, spesso ormoni, regolano il senso di fame, la coagulazione, le risposte immunitarie e infiammatorie del corpo.

Quando però il tessuto adiposo risulta particolarmente abbondante, la sua produzione proteica/ormonale genera una risposta infiammatoria che va oltre le fisiologiche necessità del corpo, portando il corpo stesso verso una situazione patologica. 

È dimostrato infatti che il sovrappeso sia la causa di un silente stato infiammatorio cronico

Sembrerebbe inoltre che l’infiammazione cronica indotta dal tessuto adiposo sia la causa di patologie come Alzheimer, Parkinson, cancro, diabete e osteoartrosi.

Per i motivi pocanzi citati, numerosi studi scientifici hanno messo in diretta correlazione il sovrappeso con la presenza di disturbi muscolo scheletrici.

Nello specifico, i pazienti sovrappeso sono più soggetti al manifestarsi di lombalgia e, infatti, i loro livelli sanguigni di sostanze pro infiammatorie (sostanze che facilitano l’infiammazione: Interleukine e proteina C reattiva) sono sensibilmente più elevati di quelli di pazienti normopeso.

È bene ricordare che artrosi, artrite, tendiniti, discopatie e patologie a carico delle cartilagini articolari abbiano come fattore comune l’infiammazione. Alti livelli di infiammazione à progressione più rapida della patologia e cronicizzazione.

In conclusione possiamo quindi affermare che il peso corporeo sia un parametro da tenere attentamente sotto controllo per salvaguardare il proprio stato di salute in quanto, una grande moltitudine di patologie sono correlate a sovrappeso ed obesità, non in ultime quelle muscolo scheletriche.

Migliorando la propria alimentazione e di conseguenza il proprio peso sulla bilancia, lo stato infiammatorio tissutale tenderà a diminuire, permettendo così al corpo di esprimere un miglior stato di salute generale. 

Va precisato inoltre che, parlando di alimentazione, non va tenuta in considerazione solo la quantità degli alimenti consumati quotidianamente ma, soprattutto, la loro qualità. 

Bisogna preferire cibi poco raffinati, ricchi di fibre e poveri di grassi saturi, il tutto accompagnato da una corretta idratazione giornaliera.

A tal proposito sarebbe consigliabile affidarsi ad un dietologo o ad un nutrizionista, evitando dannosi fai da te.

“Abbi cura del tuo corpo. È l’unico posto in cui devi vivere.”

Bibliografia

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  • https://www.gidm.it/wp-content/uploads/2017/05/tedesco.pdf

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